Nella verde mezzanotte al confine nord dell’usignolo.
Pesanti foglie pendono in trance, le auto sorde si precipitano
contro la linea di luce al neon. La voce dell’usignolo non si trae in disparte,
è penetrante come il canto del gallo, bella e senza superbia.
Mi fece visita in prigione.
Allora non lo notai, solo ora lo noto.
Il tempo fluisce dal sole e dalla luna e scorre dentro ogni tic-tac
degli orologi riconoscenti. Ma qui il tempo non c’è. soltanto
la voce dell’usignolo: i crudi toni squillanti che affilano la luminosa
falce del cielo notturno.
Da “Per vivi e morti”
Letta da Grazia Apisa