Sei arrivato presto al buon umore
all’amore cantato
all’amore decantato
sei arrivato presto
al rum fraterno
alle rivoluzioni
ogni volta che ti strappavano dal mondo
non c’era cella che ti andasse a genio
sporgevi l’anima tra le sbarre
e non appena le sbarre si allentavano confuse
ne approfittavi per liberare il corpo
usavi la metafora grimaldello
per aprire sia il lucchetto che l’odio
con l’urgenza inconsolabile di chi vuole
ritornare allo stupore della gente libera
i divieti ti davano fastidio
e le lacerazioni per arie e orchestra
il dito ammonitore di qualche collega esente
qualche apocrifo buon samaritano
che dall’Europa voleva insegnarti
come essere un buon latinoamericano
ti dava fastidio la purezza
perché sapevi quanto eravamo impuri
quanto mescoliamo i sogni con la vigilia
quanto ci pesa la ragione e il rischio
per fortuna tu stesso eri impuro
scappato dal carcere e dai ceppi
non dalla responsabilità o dai piaceri
impuro come un poeta
visto che quello eri
oltre a tante altre cose
ora percorro passo a passo
i nostri tanti accordi
e anche i nostri pochi disaccordi
e sento che ci rimangono dialoghi incompiuti
reciproche domande non formulate
malintesi e benintesi
che non potremo più rivalutare
ma tutto torna ad acquistare senso
se ricordo i tuoi occhi da ragazzo
che erano quasi un abbraccio quasi un dogma
il fatto è che sei arrivato
presto al buon umore
all’amore cantato
all’amore decantato
al rum fraterno
alle rivoluzioni
ma soprattutto sei arrivato presto
troppo presto
a una morte che non era quella tua
e che a questo punto non saprà che farsene
di così tanta vita.