Primavera… sopore… dormiremo.
Separati
eppure: ogni distanza
annulla il sonno… E forse
… in sogno ci si potrà vedere.
Onniveggente, il sogno
sa sempre chi riunire.
A chi confiderò il mio affanno?
A chi dirò la mia tristezza
disumana
creatura
senza padre, disperata
di finire… Ah, la pena
di chi piange da solo!
Su quanto come sabbia presto
scivolerà via dalla memoria. Di chi sa:
sono occupati nella vita i posti
e i cuori
presi a nolo: impiegati
senza ferie. Senza fine. Morti
per vivere
in vita
senza amore. Sepolti vivi
dal mattino
prima luce!
nell’archivio,
nell’Eliso degli storpi!
Su noi due
muti, mansueti: più dell’erba,
dell’acqua che ristagna. Sulla rovina
acerba che ci schianta. Sul rimprovero
del vento: schia-vi, schia-vi…
Da “I fili del telegrafo”