POESIE

Giovanni Pascoli
La povera piccina

Nella sua bara, povera piccina,
posan due fiori, e marciran pur lì,
una stelletta alpina
e il fior de’ suoi be’ dì.
E il padre fece scoperchiar la bara
ed abbracciò quel suo perduto amor.
E: chi t’uccise, o cara,
l’hai maledetto ancor?
Egli le disse. Ella un gentil sorriso
avea sul labbro e parve sospirar;
e con lo sguardo fiso
parve quasi negar.

Ed io dissi: Egli è un tempo, o triste vecchio,
che par buono morire a quindici anni.
Ei mi porse l’orecchio
e disse: a quindici anni?
Ed io dissi: egli è un tempo in cui l’amore
sembra quasi un delitto a un cor gentile!
Ei ripetè: l’amore?
a un core? a un cor gentile?
Come rondini, allor che le sue brine
gemmee, tramuta in pigre nebbie l’anno,
le povere piccine
aprono l’ali e vanno.

Come sussulta, freme, arde, il bel maggio!
Crepuscoli di rose ed albe d’oro!
Ma nel greppo selvaggio
i fior parlan tra loro:
“ Ci si pompeggia con le vesti nuove:
Fama per l’odorose aure ne va:
Ci predan per l’alcòve
nati alla libertà „.
Dice il fior sull’aurora, e, mentre il vento
tra i cespi soffia un trillo di leuto,
abbassa al suol d’argento
il capo di velluto.

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