Che noi si scriva, si parli o si sia visti
Rimaniamo evanescenti. E tutto il nostro essere
Non può in parola o in volto giammai trasmutarsi.
L’anima nostra è da noi immensamente lontana:
Per quanta forza si imprima in quei nostri pensieri,
Mostrando l’anime nostre con far da vetrinisti,
Indicibili i nostri cuori pur sempre rimangono.
Per quanto di noi si mostri continuiamo ignoti.
L’abisso tra anime non può esser collegato
Da un miraggio della vista o da volo del pensiero.
Nel profondo di noi stessi restiamo ancora celati
Quando al nostro pensiero dell’essere nostro parliamo.
Siamo i sogni di noi stessi, barlumi di anime,
E l’un per l’altro resta il sogno dell’altrui sogno.
Da “35 Sonetti – Poemi inglesi”