Si sono aspettati,
lungo le distanze e le ferrovie,
dentro le guerre,
hanno usato le loro foto
per tamponarsi le ferite…
Si sono aspettati,
con i piedi congelati
alla fermata del bus,
alla fermata del mondo,
si sono baciati
tremando,
di domenica,
con Dio che li guardava
e anche il giornalaio.
Si sono accompagnati a casa,
dentro le notti delle tasche grosse,
salutandosi
sui portoni infiniti.
Ora i due vecchi camminano
in mezzo ai piccioni,
aspettando gli ordini di un semaforo;
si fermano davanti a un cartellone del cinema,
i volti degli attori sono trascorsi
come tutte le cose…
Nel buio della sala,
i due amanti non hanno nessun tempo.
Sullo schermo tutti i colori esplodono
e accade l’impossibile…
Loro guardano, con Sanagola alla menta in bocca
e gli occhi larghi
come le pozzanghere del parcheggio.