Stai quieto mio Dolore, stai calmo. Invocavi la Sera: eccola
scende e un’atmosfera scura avvolga la città, apportando
agli uni pace, agli altri affanno.
Mentre la moltitudine vile dei mortali, sotto la sferza del
Piacere, carnefice impietoso, va a cogliere rimorsi nella festa
servile, dammi la mano, o mio dolore, vieni da me,
lontano da loro. Vedi affacciarsi dai balconi del cielo gli
Anni defunti vestiti in antiquati, vedi sorgere dal fondo
delle acque il radioso Rimpianto;
il sole addormentarsi moribondo sotto un ponte; e come
un lungo sudario strusciante a Oriente, ascolta, mio caro,
ascolta la dolce Notte che avanza.