POESIE

Adam Zagajewski
Schopenhauer piange

Sì, è proprio quello Schopenhauer (1788
– 1860), l’autore de il mondo come volontà
e rappresentazione, lo scopritore degli inganni
della natura e della musica delle sfere. Qualcuno poi
lo definì un educatore. Nulla è successo,
poiché nulla succede; solo un bambino,
un moccioso, che un poco somiglia
a quella donna conosciuta in gioventù –
la gioventù non esiste -, gli sorrise
e non ce n’era bisogno, certo
era un agente della natura.
Settembre, cosa indifferente,
non apre più i cuori, solo la terra
a poco a poco s’indurisce.
Torna a casa, chiude
la porta a chiave, per nascondersi al servente. Come
gira bene la serratura, prende parte al complotto
senza dubbio. Piange. Il corpo minuto del grande
filosofo, il settimo continente, trema.
Il suo panciotto, il colletto inamidato.
Le guance gialle. La redingote marrone.
Tremano queste cose superflue,
come se già cadessero le bombe
su Francoforte. Trema la sua solitudine, spessa,
sottile come una tela olandese.

Da “Dalla vita degli oggetti”

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