Nell’antichità la felicità era una ricompensa per pochi eletti selezionati.
In un momento successivo venne concepita come un diritto universale che spettava a ogni membro della specie umana.
Successivamente, si trasformò in un dovere: sentirsi infelici provoca senso di colpa.
Dunque chi è infelice è costretto, suo malgrado, a trovare una giustificazione alla propria condizione esistenziale.