La
nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no.
Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale
che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce
le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi
che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata,
e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno
per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare
o che avremmo la capacità di fare.
Dobbiamo tentare l’impossibile.
E possiamo solo sperare – senza poterci
basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi,
con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere
quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida.
L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di
sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane.
Sfuggire all’incertezza è un ingrediente
fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita
della felicità.
È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere
costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti
gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.
Letta da Sergio Carlacchiani
Una risposta
Ho dormito davvero poco stanotte, ma mi sono ritrovata tra le mani un libro che dovevo per forza finire. Cosa che nella realtà mi accade spesso, solitamente riesco a smettere verso l’una ma poi ci sono i libri che non si lasciano mollare 😋
Zygmunt Bauman fa parte di quelle persone che scrivono volendo comunicare qualcosa: si tratta solo di ascoltarlo per poi fermarsi a ripensare a quello che ci ha colpito.
Come in questo caso 🙂 Chiudete gli occhi, scivolate dentro di voi e ascoltate la lettura che sono riuscita a trovare (fatta da Sergio Carlacchiani) per fare vostre le parole, ma vostre veramente.
Poi leggete le righe e magari riascoltate la lettura: a me sono state necessarie diverse passate per digerire realmente tutto.
E poi sono iniziate le domande o meglio i tentativi di risposta alle domande che Zygmunt Bauman pone.
E alla fine credo di essere avanzata di un piccolo passo, credo di avere fatta mia una idea o forse un obbiettivo e mi sono sentita più ricca. Felicità, vita, opere d’arte, l’impossibile, l’incertezza: tutte componenti quotidiane della nostra vita che io spesso vedo solo come ostacoli o come obbiettivi da raggiungere, ma ora forse ho capito che il loro scopo effettivo viene raggiunto nel momento stesso in cui le vivo. La ricerca stessa, la via da percorrere, l’obbiettivo da raggiungere: tutto questo è la vita e forse è anche la felicità.
O chissà, forse solo cervello stanco, rincretinimento totale e tanta voglia di illudermi 💛🧡💚💙
A voi la sentenza 😁