Pensa a quando imparavi a guidare l’automobile.
Ti sembrava di dover risolvere un problema insormontabile.
Tre pedali, e solo due piedi per farli funzionare! Prima sei divenuto cosciente della complessità.
Lasciare adagio la frizione – Ah! troppo in fretta! Così si parte a scatti! – premere l’acceleratore con la stessa progressione con cui si lascia la frizione – sul freno va il piede destro – ma, per frenare, abbassare la frizione, sennò altri scatti… Un milione di segnali mentali.
E dopo migliaia di supplizi, errori e rinnovati tentativi, arriva il giorno in cui sali in macchina e te ne vai.
Non parti a scatti, non ti si spegne il motore, e nemmeno poni mente a ciò che fai.
E come hai fatto? Con grande difficoltà, mettendoci una quantità di attenzione, di memoria, di lavoro.
Un pensiero diventa certezza quando a una cosa ci si è applicati, non quando si è fatto un primo tentativo e ci si serve della propria incapacità iniziale come di una giustificazione logica per rinunciare.