Questo è davvero qualcosa su cui in Occidente dovremmo riflettere di più.
Il nostro concetto di morte è sbagliato.
Leghiamo troppo la morte alla paura, al dolore, alla tenebra, al nero: esattamente il contrario di quello che succede nella natura in cui il sole muore ogni giorno in una gioiosa esplosione di luci, in cui le piante d’autunno muoiono al meglio di sé, con una grandiosa esuberanza di colori.
Dovremmo forse dirci, alla maniera dei teduray, che moriamo solo quando abbiamo deciso noi, o dovremmo, alla maniera dei tibetani considerare la morte, non come il contrario della vita, ma semplicemente come l’altra faccia della nascita, come una porta che, vista da una parte, è l’ingresso, dall’altra è l’uscita.