Incredibilmente, come per incanto, mentre leggeva uscì fuori da quei fogli la sua anima, l’essenza di quello che era, quelle che io chiamo le “piccole pieghe dell’essere”.
Lo vidi per la prima volta in tutta la suia forza, nella sua dolcezza, nella sua fragilità. nella sua ironia, nella sua solitudine e nel suo desiderio di comunicare.
In quel pomeriggio il tempo sembrò essersi fermato.
Intorno non esisteva più, niente per me.
C’era soltanto quel vecchio quaderno, pieno di belle frasi, che stavano tessendo fra me e lui una rete sottilissima di amore.