A parte poi che per quella femminile ce n’è anche di più.
Non oso nominarla perché a nominarla mi viene nel corpo una cosa d’amore irresistibile già nell’immaginazione, sulla vagina…
Il medico dice la vulva… fa paura, la vulva, eh?
Una cosa spaventosa, una vulva sette quaranta turbodiesel…
Una cosa tremenda la vulva addosso! Bella la vulva.
Poi c’è la cosa, la passera, la chitarrina, la farfallina, la fisarmonica, la gattina, la filettina, la topa, la toppa, la gnocca, la pucchiacca, la sorca, la picchia, la passerina, la patonza, la gnacchera, la cavità, la ferita, la natura, la vergogna, lo spacco, l’antro tetro, la marianna la va in campagna, la bernarda, la tacchina, l’anonima sequestri, l’effetto serra, il conto in banca, l’afflosciapertiche, la seccacetrioli, l’azzitapreti, la fammela vedere un’altra volta… è una bellezza che non se ne può parlare.