La mensa del doposcuola.
Il settimo girone dell’inferno lo immagino così: una sala buia e rettangolare intrisa di odor di piedi, dove un cameriere allergico al sapone infila le crocchette di patate nei vassoi direttamente con le mani e pentoloni abnormi brontolano nell’oscurità, celando la pozione magica che trasformerà ogni affamato in un digiunatore volontario.
Sollevati i coperchi, il profumo della sala cambiava e il caro vecchio odor di piedi era schiacciato da un tanfo immondo di formaggio andato a male. Mentre il contenuto dei pentoloni veniva versato nelle zuppiere, padre Teschio in persona sovraintendeva al rito supremo: la preghiera con cui ringraziavamo il Signore per la nostra sbobba quotidiana.