E comunque io voglio un angelo che abbia posato per sempre le sue ali per fare finalmente una colazione normale, spalmandosi la bocca di sostanze naturali.
Che sia bianco sporco come il pavimento su cui cadono granelli di presenza, disseminando molecole di energie interne.
Un angelo a cui arrossiscano i globuli bianchi davanti ad un piccolo cuore imperfetto.
Perché stupirsi o farne a meno non è una scelta, è disintossicarsi dalle scorie di paura che involontariamente aggiungiamo alla vita, mandando all’aria i nostri piani di solitudine e le nostre cascate di malinconie.
Anziché scegliere di diventare saggi dovremmo provare ad essere felici.