Ci sono storie che abbiamo amato di amore infinito ma che in realtà non sono mai iniziate ed è per questo che mai finiranno.
Ci piace perdere per poi riavere, così affermando fortemente un dolore riemerge istintivamente la forza brutale di un sentimento di valore, duro a morire ma assurdamente instabile.
Gli perdoniamo tutto, il giorno in cui ci uccide, perché ne seguirà un altro che offuscherà completamente le scarse possibilità della sua riuscita nel tempo, ma in fondo è quel momento che conta, quello che basta, quello che ci strappa l’anima dal petto facendoci sentire che siamo nuovamente vivi.
D’altronde ogni cosa può esserci portata via in un istante, bisogna morderla dolcemente e amaramente perderla.
Così è la vita! Non ci capita mai di volere quel che si può, il solo fatto “che si può” ne annienta il senso.
È un teorema perfettamente matematico che non si risolve con facilità.
Si entra in un vortice e un vortice non è mai qualcosa di positivo perché più cerchi di controllarlo e di uscire verso te stesso, più ti risucchia nel suo nucleo emotivo e ti ritrovi sempre al punto di partenza o sempre con lo stesso crudele finale.