Imparai che il mondo non vede la tua anima, che non gliene importa un accidente delle speranze, dei sogni e dei dolori che si nascondono oltre la pelle e le ossa.
Era così: semplice, assurdo e crudele.
I miei pazienti lo sapevano.
Capivano che gran parte di ciò che erano dipendeva, o poteva dipendere, dalla simmetria della loro struttura ossea, dallo spazio tra gli occhi, dalla lunghezza del mento, dalla punta del naso, se il naso si univa alla fronte con un angolo ideale o meno.
La bellezza è un dono gigantesco, immeritato, dato a caso, stupidamente.