Eravamo folli tutti noi?
Quale mistero genetico faceva sì che la specie umana superasse l’istinto di sopravvivenza individuale quando la tribù, la collettività si trovava in pericolo?
Qual era la ragione per cui si era capaci di sacrificare la vita per un’idea, per la libertà altrui?
Perché l’impulso eroico era tanto forte?
Quel che a me sembrava più straordinario era la felicità, la pienezza che c’era nell’impegno.
La vita acquistava un senso completo, una meta, uno scopo.
Si provava una complicità assoluta, un legame viscerale con centinaia di volti anonimi, un’intimità collettiva nella quale scompariva qualsiasi sentimento di solitudine o di isolamento.
Nel lottare per la felicità di tutti, si trovava prima di tutto la propria.