Sul commercio
E un mercante disse:
“Parlaci del comprare e del vendere”.
E lui rispose dicendo:
la terra vi concede i suoi frutti,
e non saranno scarsi
se solo saprete riempirvene le mani.
Scambiandovi i doni della terra
scoprirete l’abbondanza e sarete saziati.
Ma se lo scambio non avverrà
in amore e in generosa giustizia,
renderà gli uni avidi
e gli altri affamati.
Quando sulle piazze del mercato voi,
lavoratori del mare, dei campi e delle vigne,
incontrerete i tessitori, i vasai e gli speziali,
invocate lo spirito supremo della terra
affinché scenda in mezzo a voi
a santificare le bilance e il calcolo,
affinché valore corrisponda a valore.
E non tollerate che tratti con voi
chi ha la mano sterile,
perché vi renderà chiacchiere
in cambio della vostra fatica.
A tali uomini direte:
“Seguiteci nei campi
o andate con i nostri fratelli
a gettare le reti in mare.
La terra e il mare saranno generosi
con voi quanto con noi”.
E se là verranno i cantori,
i danzatori e i suonatori di flauto,
comprate pure i loro doni.
Anch’essi sono raccoglitori di incenso e frutta,
e ciò che vi offrono,
benché sia fatto della sostanza dei sogni,
reca ornamento e cibo all’anima vostra.
E prima di lasciare la piazza del mercato,
badate che nessuno si allontani a mani vuote.
Perché lo spirito supremo della terra
non dormirà in pace nel vento
sin quando il bisogno dell’ultimo di voi
non sarà appagato.