«Mi sento multiplo. Sono come una stanza dagli innumerevoli specchi fantastici che distorcono in riflessi falsi un’unica anteriore realtà che non è in nessuno ed è in tutti.»
Così scriveva di sé Pessoa nel periodo in cui la sua opera incominciava a frammentarsi in quelle di una folla di eteronimi, tutti dotati di una propria biografia e di una propria fisionomia umana e letteraria: il maestro Alberto Caeiro, autore dei poemetti filosofici del Guardiano di greggi, l’ingegnere navale Álvaro de Campos, con le sue impetuose odi avanguardistiche, il poeta pagano Ricardo Reis, l’aiutante contabile Bernardo Soares, autore del Libro dell’inquietudine, il filosofo António Mora, sospeso sull’orlo del delirio paranoico, l’esoterista Raphael Baldaya e numerosi altri minori.
(Citazioni scelte da Antonio Trabucchi)