Andati via gli occhi, vennero le mani.
Erano instancabili, nervose, si afferravano alle mie per ore.
C’era un nodo strano che faceva con le sue dita tra le mie, un nodo che teneva chiuso e saldo anche nel brusco crollo del sonno.
“Non dormire,” mi diceva, “Aspetta,” queste le sue parole nel buio del male, infine ripeteva soltanto “Aspettami”.
Quando morì non me ne accorsi.
Dormivo sulla sedia, le mani intrecciate alle sue, gli occhi miei chiusi e i suoi aperti verso di me.
Quando sciolsi le dita dalle sue fui solo al mondo.