Te lo ricordi? Ricordi l’oceano? Il nostro oceano all’alba, come lo adoravamo?
Lo adoravamo perché era come noi, Faye.
L’oceano era una cosa ovvia.
Noi siamo rimaste a guardare una cosa ovvia, per tutto il tempo -.
Sfiora un capezzolo di Faye, in modo troppo soffice perché Faye possa accorgersene. –
Gli oceani sono solo oceani quando si muovono, – sussurra Julie. – Sono le onde a fare in modo che gli oceani non siano soltanto pozzanghere gigantesche.
Gli oceani sono le loro onde.
E ogni onda dell’oceano incontrerà alla fine quello verso cui si muove, e allora si potrà infrangere.
Tutto ciò che vedevamo, tutto il tempo che chiedevi, era ovvio.
Anche una poesia era ovvia perché era come noi.
Guarda le cose in questo modo, Faye.
La tua stessa faccia si muove con espressione.
Un’onda, che si infrange su uno scoglio, rinunciando alla sua forma in un gesto che è espressione di quella forma.
Capisci?