E quell’elefante rosa, enorme, in mezzo.
Che tutti fanno finta di non vedere, ci girano intorno come in un ballo triste, danzano da una poltrona all’altra senza urtarlo mai, non lo toccano, non lo nominano, non sollevano lo sguardo.
Neppure noi attorno all’elefante riusciamo a guardarci, perché gli occhi di ciascuno sono uno specchio che riflette il dolore dell’altro e si amplifica, il dolore, cresce, alla fine resta solo lui.