[Cristina] Amo il mio lavoro, voi non dite così?
Lo faccio volentieri, mi piace.
Io glielo racconto, certo, ma tanto vedrà che poi non lo scrive.
Le puttane vanno compatite, perché poverette, sono costrette dalla povertà, dal degrado, dalla necessità e se lo fanno è colpa dei papponi che le sfruttano e degli uomini che le pagano, difatti loro no sono colpevoli, per la legge (…).
Io ho studiato per fare l’antropologa.
Buoni voti, professori entusiasti.
I miei felici di una figlia laureata. (…) tutto quello che ho trovato è un lavoro in un negozio di biancheria intima.
Seicento euro al mese, contratto a progetto. (…)
Io faccio la puttana, non sono una puttana, è diverso.
Lo faccio perché rende molto e costa poco., lavoro part-time, solo la mattina (…).
Lo faccio perché mi sento di dare qualcosa a qualcuno che ha bisogno, anche, ci crede?
E’ così.(…) Le puttane servono a coprire le disfunzioni del sistema, le mogli alcolizzate e depresse, quelle che non ti rivolgono la parola se non per chiederti dove hai messo le chiavi della macchina (…)
Io gli servo, loro mi pagano.
La padrona sono io.