E il dolore assomiglia sempre alla paura.
Forse, più esattamente, alla tensione.
O all’attesa: andare su e giù in attesa che succeda qualcosa.
Dà alla vita una sensazione di perenne provvisorietà.
A che scopo cominciare qualcosa? Non ne vale la pena.
Mi è impossibile star fermo.
Sbadiglio, cincischio, fumo troppo.
Prima avevo sempre troppo poco tempo.
Adesso non c’è altro che tempo.
Tempo quasi allo stato puro, vuota sequenzialità.