«Una faina», sbottò Fulvio Semola.
Lo disse di sé.
Era notte ormai, le undici e mezza.
«Cos’hai detto?» chiese la Selina, la moglie.
«Che sono una faina.»
Solo uno astuto come una faina poteva avere un’idea simile.
«E sarebbe, questa idea?»
«Festeggiare la conquista dell’impero con un concerto di campane.»
«Un concerto di campane?» fece la moglie.
«Proprio», confermò la faina.