Ogni poeta è un sacerdote e sopporta pene indicibili per regalare la propria parola agli altri.
“È un improbo recupero di forze per avvertire un po’ di eternità”.
La gente cerca di amalgamarlo col volgo, di confonderlo con il pantano, di farlo morire di asfissia tra polvere e reati, e il poeta muore veramente, vinto dalla stanchezza e dalla preghiera che non riesce più a risorgere.
Mai più?