Era il nostro posto preferito appunto per quello, per la sua discrezione.
Andavamo sempre lì e sempre alla stessa ora ogni qual volta una notizia da dare o una decisione da prendere poteva dare uno scossone al nostro rapporto, una spinta verso quell’abisso che avevamo tutt’intorno e che, prima o poi, avrebbe inevitabilmente risucchiato uno di noi due.
Perennemente ad un passo dallo spiccare il volo insieme, costantemente sull’orlo di un precipizio in cui sarei, sarebbe, saremmo sprofondati se ancora una volta non avessimo sbattuto, insieme, le ali del nostro sentimento e volati via da quel terremoto di “se” e di “ma”, di “e se poi?” e di “che penseranno?”, che ci faceva tremare le mani ogni qualvolta sentivamo che quello era il momento di potercele stringere per non lasciarcele più.