
Julio Florencio Cortázar
Guadagni e perdite
Riprendo a mentire con grazia,
mi chino rispettoso allo specchio
che riflette il mio collo e la cravatta. […]
Riprendo a mentire con grazia,
mi chino rispettoso allo specchio
che riflette il mio collo e la cravatta. […]
Non mi dar tregua, non perdonarmi mai.
Fustigami nel sangue, che ogni cosa crudele sia tu che ritorni. […]
Nel centro dell’ostia un ciglio,
questo colpisce il sacerdote, ma no, in realtà
non sembrò mai più bianca, come il vello
di un ventre lo impurifica nel disegno. […]
En el centro de la hostia una pestaña,
esto afecta al sacerdote, pero no, en realidad
nunca pareció más blanca, como el vello
de un vientre lo empurece en designio. […]
Adesso che nomino il centopiedi snello,
fiume di palme di mano, trireme cenerognola,
che mi cada sul viso, che mi entri
in un occhio, contorcendosi orribile fra le palpebre, […]
E chi li vede che se ne vanno per la città
se tutti sono ciechi?
Loro si prendono per mano: qualcosa parla
fra le dita, dolci lingue lambiscono […]
Poesia a dio, questo uccelletto autoritario
Non è necessario che me lo ordini, cane,
il mare si assiste da solo.
Il più misero di capelli contraria la ruota […]
Il presente come un appartamento di stucchi e arazzi con pareti
falsamente profonde per occhi che consentono. […]
Guarda, non chiedo molto,
solamente la tua mano, tenerla
come una piccola rana che così dorme contenta. […]
Ti amo per le ciglia, per i capelli, ti dibatto nei corridoi bianchissimi dove si giocano le fonti delle luci,
ti discuto a ogni nome, ti svelo con delicatezza di cicatrice, […]