
Federico García Lorca
Potessero le mie mani sfogliare
Potessero le mie mani sfogliare Pronunzio il tuo nome nelle notti scure, quando sorgono gli astri per bere dalla luna e dormono le frasche delle
Potessero le mie mani sfogliare Pronunzio il tuo nome nelle notti scure, quando sorgono gli astri per bere dalla luna e dormono le frasche delle
Non è il tuo amore che voglio
voglio soltanto saperti vicina
e che muta e silenziosa […]
Solo il tuo cuore appassionato
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo […]
Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,
ma non ne ho il coraggio: temo che
il mio cuore mi salga alle labbra.
Ecco perché parlo stupidamente e nascondo […]
Come son pesanti i giorni,
A nessun fuoco posso riscaldarmi,
non mi ride ormai nessun sole,
tutto è vuoto, […]
Ho paura di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e l’accento
che di notte mi mette sulla guancia
la rosa solitaria del tuo alito. […]
Voglio tornare all’infanzia.
E dall’infanzia all’ombra.
Te ne vai, usignolo?
Vattene. […]
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro, […]
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna […]